domenica 28 marzo 2010

IL FOTOGRAFO e le storie di guerra












Il fotografo
Emmanuel Guibert – Didier Lefèvre – Frédéric Lemercier
Prefazione di Adriano Sofri
Postfazione di Sergio Cecchini (Medici Senza Frontiere Italia)
A colori
280 pagine
Coconino 2010

È edito da “Coconino Press” il “Il Fotografo”, imperdibile per gli amanti del fumetto e della buona lettura. Opera a sei mani con fotografie di Didier Lefèvre, disegni di Emmanuel Guibert, e realizzazione grafica di Frédéric Lemercier, finalmente in Italia in versione integrale, comprendente i tre volumi già pubblicati in Francia dal 2003 al 2006. Il libro che rientra nel genere del “graphic journalism” sperimenta il connubio tra vignette e fotografie, così il tratto realistico e sintetico dei disegni, (una sorta di “linea chiara” aggiornata sulla tecnica fotografica) convive, supporta ed integra il reportage fotografico.


Nelle quasi 300 pagine viene raccontato il viaggio che Didier Lefèvre (morto d’infarto nel 2007) ha compiuto in Afghanistan nel 1986, durante la guerra tra sovietici e Moudjahidin, al seguito di una spedizione di “Medici senza Frontiere”; l’obiettivo della missione era individuare un sito dove allestire un ospedale. L’autore non compare mai nella struttura narrativa del libro, rimane del tutto assente, a parlare infatti è Didier attraverso la sua esperienza realmente vissuta. Guibert si limita a sintetizzare senza tradire la soggettività e le percezioni dell’amico. Ciò che, infatti, sta alla base del lavoro documentaristico dell’autore francese è proprio l’attenzione verso la memoria dell’uomo e con essa dell’umanità. È inevitabile non strizzare l’occhio all’indispensabile “Maus” di Art Spiegelman. Già in precedenza l’autore si era cimentato nel “fumetto di testimonianza” con il libro “La Guerra di Alan” (3 volumi, anch’essi editi per “Coconino Press”), nato dopo lunghi anni di incontri e di scambi di missive con l’amico Alan Ingram Cope, ex soldato americano che sul volgere della seconda guerra mondiale combatté sul fronte europeo. In entrambi questi lavori la cornice è sempre la guerra, ma il vero tema resta la memoria, l’esperienza e, soprattutto, la qualità dell’esistenza di chi ha saputo vivere una vita per illuminare gli altri – un amico o una comunità – con la forza del proprio esserci. In conclusione, il nodo centrale della ricerca di Guibert la si può riassumere con le sue stesse parole: “L’essenziale è che delle persone possano dire qualcosa dell’esperienza umana, e che questo rimanga”.

Lina Rignanese

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