giovedì 11 marzo 2010

“GRAECIA CAPTA FERUM VICTOREM CEPIT”


Busto cd. di Dioniso dalla Villa dei Papiri di Ercolano (Napoli, Museo Archeologico Nazionale)













“L’Età della Conquista. Il fascino dell’arte greca a Roma”
Dal 13 marzo al 5 settembre 2010
Roma, Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio, 1

Ente promotore: Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali, Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturale e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
Collaborazione: Banche Tesoriere del Comune di Roma
Direzione scientifica: Dott. Claudio Presicce, Prof. Eugenio La Rocca
Organizzazione: Zétema Progetto Cultura, MondoMostre
Catalogo: Skira


A partire dal 13 marzo, i Musei Capitolini ospiteranno un’importante mostra sull’arte greca e romana con capolavori provenienti da vari Musei italiani ed europei. “L’Età della Conquista. Il fascino dell’arte greca a Roma” è il primo capitolo di un progetto quinquennale che ripercorrerà in chiave storico-artistica cinque secoli di storia romana, dalla fine del III a.C. al IV d.C. «Gli intenti», spiegano i curatori della mostra, Eugenio La Rocca e Claudio Presicce, «sono quelli di far conoscere il mondo romano anche ad un pubblico di non addetti ai lavori, in modo preciso e semplice, e che riesca ad andare oltre gli stereotipi che, soprattutto il cinema americano negli ultimi anni ha contribuito a costruire». La mostra si estenderà per cinque sezioni tematiche: “Dèi e santuari”, “Monumenti onorari”, “Vivere alla Greca”, “Costumi funerari”, attraverso i quali sarà interessante osservare un’evoluzione socio-culturale in concomitanza dell’espansione geo-politica e militare. Trasformazione ben evidente nei mutamenti artistici ed architettonici, sia nello stile sia nell’uso dei materiali. Si passa, infatti, dalla terracotta alla pietra lavica “peperina”, come di tradizione, all’uso innovativo di marmo, metalli o pietre preziose. Lo stesso stile passa da temi tradizionali, come ad esempio le raffigurazioni di togati nei monumenti funebri alla scultura d’imitazione greca. Il costo della mostra si è aggirato intorno al milione di euro (ha precisato l’assessore Umberto Croppi), e considerando l’importanza della stessa, si sarebbe potuto migliorare l’aspetto didascalico e informativo. Carenti le indicazioni di percorso. Molte le lacune nella traduzione in inglese, ad esempio termini come “terracotta” vengono lasciati in italiano, con ovvie difficoltà di comprensione per gli spettatori stranieri. Mancanti i pannelli in altre lingue. Inoltre nell’esposizione sono del tutto assenti i riferimenti alle influenze magno-greche e a quelle etrusche o italiche. Insomma, una mostra che vuole mostrare l’aspetto imperiale di Roma tralasciando però la penisola italica e dimenticando una parte di Grecia, quello Magna, dunque. Come non ricordare, a questo punto, le celebri parole di Orazio: “Graecia capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio” (“La Grecia conquistata [dai Romani], conquistò il feroce vincitore e le arti portò nel Lazio agreste”).

Lina Rignanese

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