L'[A]lter è un contenitore senza coperchio. Una finestra sull'underground e sulle controculture.
giovedì 13 maggio 2010
“ZANZIBAR - SOLO PER DONNE CON DONNE”
Tekfestival (ai confini del mondo… dentro l’occidente)
Festival di Cinema Indipendente – IX Edizione 2010
Sezione Eventi Speciali
ZANZIBAR. UNA STORIA D’AMORE
di Francesca Manieri e Monica Pietrangeli, 2009, Italia, 45’, video
fotografia:Angelica De Rossi, Simona Tilli
montaggio: Francesca Bracci
musiche originali: Eli Natali
materiali di repertorio: Tiziana Mazzi, Nicola Sivieri
“Solo per donne con donne”, questo era lo striscione dello Zanzibar, primo bar lesbico in Italia, portato in marcia al corteo dell’8 marzo 1979. Era l’11 marzo 1978 quando Tiziana Mazzi e Nicola Sivieri (scomparsa nel 2005), di ritorno dagli USA, decisero di far vivere anche a Roma un luogo dove le donne potessero incontrarsi, conoscersi, divertirsi, innamorarsi. Un luogo di cultura e socialità dove condividere e vivere liberamente la propria omosessualità.
“Zanzibar. Una storia d’amore” è il documentario che Francesca Manieri e Monica Pietrangeli hanno realizzato per riportare alla luce quelle storie, per restituirne la memoria. Costruito mettendo insieme le interviste ad alcune delle protagoniste di quella esperienza militante e immagini di repertorio girate dalla stessa Tiziana.
Erano gli anni in cui tutto era politico, in cui le decisioni si prendevano riunendosi in assemblea, così fu anche per decidere se a Zanzibar si poteva o meno ballare: «Ballare allora era considerato poco politico. Ma alla fine anche le più intellettuali, quelle che parlavano difficile e ci volevano i traduttori per capirle, hanno deciso di sì: anche allo Zanzibar si sarebbe potuto ballare... E i lenti poi, tra sole donne».
Erano gli anni del femminismo, delle radio libere e delle prime lotte di rivendicazione del movimento omosessuale. Bastava poco per accendere gli animi della gente e altrettanto poco per provocare vendette da parte della polizia o delle squadracce di fascisti. Bastava essere donne e rivendicare i propri diritti per scatenare squilibrate reazioni. Il ’79 iniziò con l’irruzione, da parte di un commando dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) guidato da Giusva Fioravanti, negli studi di Radio Città Futura durante la registrazione della trasmissione femminista “Radio Donna”. I locali furono dati alle fiamme con delle bombe incendiarie e le conduttrici sparate alle gambe per evitare che fuggissero. Cinque di esse rimasero gravemente ferite. A questo episodio seguirono lanci di pietre contro la porta del locale lesbico, scritte razziste ed omofobe, intimidazioni. Una situazione di tensione che culminò l’1 dicembre quando la polizia fece irruzione e trovò un pacco di droga confezionato a dovere. Le fondatrici vennero arrestate e con loro tre donne che avevano tentato di difendersi. Tutte le altre furono segnalate alla questura. Le cinque fermate trascorsero dieci giorni in carcere. La loro legale era Tina Lagostena Bassi, impegnata nella difesa dei diritti delle donne, già difensore di Donatella Colasanti per il massacro del Circeo e della vittima di quel “famoso” processo per stupro trasmesso in RAI. Le ragazze dello Zanzibar furono tutte assolte con formula piena “perché il fatto non sussiste”.
Dopo questa “macchia”, il locale continuò a vivere per altri anni. Molte di quelle donne parteciparono a vari convegni in giro per l’Italia, portando a testimonianza la propria esperienza. Molte donne desideravano “uno Zanzibar in ogni città”. E invece, arrivò la fine. “Finita un po’ per stanchezza di chi ci lavorava ed anche perché i tempi erano cambiati: venne meno l’interesse per la politica e la socialità”. Il 29 giugno 1984 lo Zanzibar fu aperto per l’ultima grande festa. Ci fu il pienone. “La serata terminò con la canzone ‘No Woman No Cry’ di Bob Marley”.
Un documentario fatto di storia, di storie, dell’ironia di chi racconta, della felicità profonda e dell’amore, trapelate dalle immagini di repertorio, da parte di chi allo Zanzibar c’era e lo ha vissuto.
Lina Rignanese
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...ricordo che per sottrarre Tiziana alla polizia mi beccai il calcio della pistola sulla fronte...ricordo le riunioni a Rebibbia con le ergastolane...si erano altri tempi...ma a volte mi sembra che non siano cambiati i tempi...ma noi profondamente...come se ci fossimo un po chiuse in un ns microcosmo...dai cancelli molto alti....Tonia (una delle 5)
RispondiEliminaGrazie per la testimonianza, Tonia... : )
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