lunedì 10 maggio 2010

Tekfestival - "Once upon a time a proletarian"














Tekfestival (ai confini del mondo…dentro l’occidente)
Festival di Cinema Indipendente – IX Edizione 2010

“Once Upon a Time a Proletarian: 12 Tales of a Country”
di Xiaolu Guo, 2009, Cina-Germania-GB, 76’, doc
domenica ore 20.15 sala 2
sezioni Panorami

Dodici storie. Dodici ritagli di vite ci accompagnano nel viaggio nella nuova Cina. Quella nata dalle ceneri della “rivoluzione culturale” di Mao ed esplosa aprendosi al capitalismo occidentale e alla globalizzazione. “Once upon a time a proletarian: 12 tales of a country” è il documentario di Xiaolu Guo presentato nella sezione Panorami della IX edizione di Tekfestival (ai confini del mondo… dentro l’occidente) – festival di cinema indipendente, che si sta svolgendo al Nuovo Cinema Aquila (6-11 maggio).
Il doc è stato presentato in anteprima al Festival di Venezia nel 2009 ed è il terzo lavoro della regista e scrittrice cinese, già vincitrice del Pardo d’Oro a Locarno nel 2009 con il suo primo lungometraggio “She, a Chinese”. L’autrice dà voce a dodici realtà umane con sensibilità, sincerità e una buona dose di umorismo. A fare da cornice, tra una storia e l’altra, delle riprese in bianco e nero a dei bambini che leggono brani, storielle, filastrocche cinesi, con una serenità e una genuinità completamente spontanee. I protagonisti delle storie sono un vecchio contadino che ha perso i suoi campi di granturco, non gli rimane altro che la casetta, poco più di una stanza, i suoi due asini, una piccola terra e la bicicletta. Rassegnato, nostalgico di Mao, ma senza perdere il sorriso, si confessa davanti alla videocamera: “Vivere come me è inutile. (…)Il problema viene dal governo, i comunisti oggi sono completamente corrotti”.


Anche la proprietaria di un ristorante a Lei Feng Town ci pone davanti il problema della corruzione: “Qui senza mazzette non puoi far niente”. Un ragazzo che è arrivato a Pechino per fare il lavamacchine fa commuovere per la sua bontà e saggezza: “Per me solo chi ha cuore è un uomo. Se hai soldi e non hai un cuore, che vivi a fare”. E ancora un avido produttore di armi che non si fa scrupoli nel far trapelare che per gli interessi, “per vendere armi ci vogliono le guerre”, così il governo cinese, nonostante i divieti imposti dagli USA, vende in segreto e clandestinamente le proprie armi ad Iran ed Iraq. Dei ragazzi che fanno i pescivendoli e vorrebbero fare altro. Un azionista miliardario, così come un’albergatrice di successo, si professano orgogliosi del proprio Paese. La rabbia di alcune ragazze che lavorano in un hotel a quattro stelle molto costoso, ma che per loro c’è solo uno stipendio da fame e un duro lavoro di 10-12 ore al giorno. Un gruppo di bambini dell’Accademia d’Arte che sognano di diventare dei grandi artisti, come Van Gogh, Picasso o Leonardo da Vinci.
Quello che emerge è uno spaccato di società fatto di gente poverissima, costretta a lavorare duramente, senza riuscire a vivere e fare altro. Una società in cui, invece, una minoranza, ha tanto, troppo, e noncurante di nulla, se non dei propri affari. Emozionanti e forti le parole di un addetto delle pulizie di un albergo: “Ho una forte personalità, vorrei poter vivere una vita che non è solo lavoro, perché la vita è un lungo viaggio, c’è solo una piccola fermata”.

Lina Rignanese

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