sabato 3 aprile 2010

FRANCESCO GIANNICO E LA MUSICA DEI NON-LUOGHI

















Un concerto minimalista quello di Francesco Giannico al Fanfulla 101 (Circolo Arci), il quale ha finalmente svestito i panni che lo avevano accompagnato agli esordi, quelli di Mark Hamn. Il suo ultimo lavoro ‘Folkanization’ (2009), pubblicato per l’americana ‘Porter Records’ è un segno di matura consapevolezza delle proprie capacità artistiche: un ipnotico elettro-ambient figlio di uno scenario post-industriale e insieme la riscoperta delle sue radici più folk. L’artista riesce a trovare il giusto equilibrio tra field recording, dromi, sperimentazioni sintetiche, musica strumentale preregistrata e melodie acustiche, così da riuscire a far passare l’ascoltatore da ambienti aperti, naturali ed incontaminati, ai fastidiosi, martellanti e vorticosi suoni urbani. Il live ha un po’ sofferto la mancanza degli strumenti acustici, cosicché quel suo personalissimo stile di unire melodie acustiche a tutta una composizione elettronica, non si avvertono, scemano e gli intenti emotivi e concettuali portati avanti negli album da studio restano lontani. Aiutano però, rinvigoriscono, catturano il pubblico, le immagini del video che scorrono dietro le spalle di Francesco: ‘A Nowhere Place’, un non-luogo che con la musica gioca a ridar voce al sud, a ricreare una voce senza tempo, che di tamburelli e corde folk non ha nulla, ma che sa fare ben trasparire, specie nella sensazione di passeggiata, sotto il sole cocente e allietata dal vento, tra silenziose e polverose stradine di campagna dove si riversano i rumori di vita quotidiana che provengono dalle abitazioni della gente. Meravigliose e sognanti in questa atmosfera, i brani ‘Kami akan biasi’ o ‘Caminar con mi cerebro’. L’artista di Carosino(TA)ci ha regalato un viaggio stralunato sbigottito e smarrito da percorrere, da seduti, nelle varie dimensioni dei non-luoghi.

Lina Rignanese

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