Da qualche anno a questa parte la voglia di girare re-make (ossia riproposte di vecchi lavori datati), più o meno fedeli all’originale, sta prendendo piede nel cinema internazionale. Film come “Psycho” o “Halloween”, rifacimenti dei due anonimi lavori di Alfred Hitchcock e John Carpenter, ne sono dei classici esempi; ovviamente queste riproposizioni appartengono, senza ombra di dubbio, ad un livello inferiore rispetto agli originali, ma nonostante ciò non nego mai la grande voglia di andare al cinema, sedermi e godermi quel film che magari avevo visto anni fa in televisione.
E lo stesso discorso l’ho fatto quando ho visto il trailer di un altro film cult dell’horror anni Ottanta: “Nightmare – Dal profondo della notte”. Era il 1984 quando Wes Craven ci fece conoscere quel cattivo ma non troppo (passatemi il termine) di Freddy Krueger e con lui la fobia del sonno, la paura del chiudere gli occhi e di ritrovarsi così nell’aldilà senza, forse, neanche crederci. Ed ecco così servito sul piatto un nuovo incubo, una nuova discesa nell’oblio dove la sola arma che ci viene fornita è lo stare svegli, sforzandosi di rimanere desti per ore ed ore provando però a non cadere nella trappola della pazzia.
Diretto nel 2010 da Samuel Bayer, “A Nightmare on Elm Street” si è subito trasformato in un pilastro dell’horror made in U.S.A. riuscendo a riportare lo spettatore a riassaporare le vecchie paure che lo tenevano sveglio nelle calde nottate estive, dove guardare Notte Horror diventava il vero svago di tutte le vacanze.
Al suo primo vero lavoro come regista, Bayer ci ha presentato un nuovo profilo del più famoso Krueger di Craven; in questo film, infatti, il cattivo dalla faccia bruciata non lo si vede più sotto la luce del malvagio/divertente, è noto a tutti il carattere ora giocondo, ora crudele di Freddy, caratteristica questa che lo ha sempre contraddistinto rispetto a tutti gli altri cattivi delle varie saghe horror.
Bayer, invece, ci fornisce un tratto del tutto nuovo del protagonista, un carattere che non lascia più spazio al divertimento, ma si trasforma solo in pura cattiveria; i sorrisi a cui ci aveva abituato in passato Robert Englund spariscono, al loro posto troviamo solo gli artigli di Jackie Earle Haley (ottima la sua interpretazione) che davvero ci fanno paura.
Ovviamente rispetto al passato gli effetti speciali sono migliorati ed hanno portato il film ad acquisire un contorno più marcato, ma le vere scene del film, quelle che hanno segnato un decennio sono rimaste le stesse: la classica scena del bagno di Nancy (Rooney Mara) non è praticamente cambiata, così come si sono volutamente tenute le tetre filastrocche cantate dai bambini. Un mix di nuovo e vecchio quindi che hanno permesso al film di ritagliarsi uno spazio non da poco nell’attuale panorama cinematografico.
Quindi attenti a non addormentarsi, perché qualcuno con cappello a tese larghe e maglione a strisce rosso/verdi può entrare in un luogo dove nessuno può difendervi: i vostri sogni.
Emiliano Sportelli
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