L'[A]lter è un contenitore senza coperchio. Una finestra sull'underground e sulle controculture.
venerdì 30 luglio 2010
MAGONI/SPINETTI E L'INCANTO DELLA "MUSICA NUDA"
Piazzale del monastero delle Clarisse. Borgo storico di Monte Sant’Angelo (Foggia). “Festambiente Sud” ospita sul suo palchetto un duo unico nel suo genere: voce e contrabbasso che suonano “musica nuda”. Gli artisti in questione sono gli ormai stra-osannati, dalla critica e dal pubblico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Lei toscana, esuberante, brillante, spiritosa, una voce divina e da far rabbrividire. Lui casertano, posato, scapigliato, dalla testa fra le nuvole, ironico, maestro contrabbassista sopraffino. Il loro progetto, nonché concetto musicale si basa per l’appunto sulla nudità della musica, ovvero, sullo spogliare pezzi “classici” o brani scritti per loro, dal loro vestito di genere. Non più, dunque, jazz, blues, pop, rock, punk, classica, ma una formula di voce e basso che chimicamente reagisce emozionando e divertendo al tempo stesso. Gli spazi sonori sono pieni nonostante i “soli” due strumenti: sta qui il genio del duo. Inventare e reinventarsi con il minimo ottenendo un buon risultato. Sarebbe semplicistico cercare di spiegare la potenza, l’estensione, le capacità vocali, la teatralità di Petra: lei canta e intrattiene vorticosamente. Non è da meno Ferruccio, ex-membro della Piccola Orchestra Avion Travel, che riesce con il suo apporto ritmico a destreggiarsi sulle quattro corde non facendo sentire la mancanza di altre parti musicali.
In scaletta numerosi “classici” italiani e stranieri: da ‘Prendila così’ a ‘Bocca di rosa’, da ‘Another brick in the wall’ a ‘Come together’, da ‘Forse non essenzialmente tu’ a ‘Caruso’, da ‘Over the rainbow’ al ‘Tuca Tuca’. Propongono anche brani scritti appositamente per loro, come ‘Pazzo il mondo’ di Pacifico e ‘Lei colorerà’ di Alessio Bonomo. C’è spazio inoltre per due assoli, quello di Petra con una intensa ‘I wanna be ready’, brano spiritual, e quello di Ferruccio (detto “Spin”) con un’improvvisazione composta per l’occasione e chiamata ‘Monte Sant’Angelo’. È tempo, purtroppo, dei saluti e di lasciare il palchetto. È tempo dei bis e delle richieste del pubblico. Suonano così ‘Roxanne’, ‘Il cammello e il dromedario’ (una delle esecuzioni più brillanti) e ‘Guarda che luna’. Chi non li ha mai visti dal vivo farebbe bene a cercare la data del tour più vicino. Ascoltarli e vederli è un incanto più del “vedo non vedo” che del nudo integrale.
Lina Rignanese
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