di Emiliano Sportelli
A volte le guerre vengono combattute dai più piccoli. I guerrieri più forti sono i bambini che hanno la magia dalla loro parte, coloro che vivono di fantasia e che si lasciano trasportare dalle favole più belle, dove anche l’impossibile diventa la realtà; aiutati dai loro personaggi fatati e guidati dai loro sogni, partoriti dopo un’immersione nelle vie dell’incanto, i più giovani sapranno confrontarsi e tener testa a coloro che ormai, sanno vedere soltanto usando gli occhi.
Diretto da un ottimo Guillermo Del Toro, “Il labirinto del fauno” diventa una delle pellicole più originali degli ultimi anni. La sua forza sta proprio nel fatto di saper miscelare insieme più generi i quali, riuscendo a fondersi insieme, ci regalano due ore di sentimento, paura e rabbia. La forza del film risulta quindi essere l’unione tra la realtà storica rappresentata dalla Spagna di Franco e il mondo fantastico che vede come protagonista la piccola Ofelia, ragazzina appassionata di libri che parlano di fate e mondi magici.
Sarà proprio lei l’eroina del film, costretta a vivere in un mondo che non le si addice, la piccola trova conforto proprio nelle sue fiabe; il padre è morto e la madre sta per dare alla luce il figlio del cattivo e violento Vidal, suo nuovo marito e capitano dell’esercito franchista. Ma quando Ofelia troverà rifugio in un misterioso labirinto nel bosco vicino casa, scoprirà di appartenere ad un altro regno dove lei è la principessa. Come in ogni fiaba che si rispetti la bambina dovrà superare delle prove per scoprire il suo vero destino e far luce sulle nuove verità scoperte; in questo suo percorso sarà accompagnata da un fauno che per lungo tempo nel film, nasconderà la sua vera indole e i suoi intenti finali.
Senza mega investimenti stile Hollywood, Del Toro ci racconta quindi con accuratezza e in maniera delicata, una nuova realtà costellata di soprusi e violenze, ma tenuta a galla dalla tenacia di una bambina che utilizza il “potere dei sogni” come arma per vincere i mali che le stanno intorno. Un film per comprendere il dramma del franchismo visto questa volta attraverso gli occhi di una ragazzina, che è riuscita a farci riflettere sull’importanza di credere nelle favole.
Con “Il labirinto del fauno”, il regista è riuscito a dare una nuova forza ed un nuovo aspetto a quel filone fantasy spesso sottovalutato che, negli ultimi anni, aveva avuto come punta di diamante solo “Il Signore degli anelli” di Peter Jackson.
Il lavoro di Del Toro è uscito nel 2006 e fa parte di una trilogia tutta ambientata in Spagna, che comprende: “La Spina del diavolo”, ghost-story incentrata durante la guerra civile spagnola e “3993” (ancora in lavorazione), il quale sarà invece ambientato nel 1990.
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