L'[A]lter è un contenitore senza coperchio. Una finestra sull'underground e sulle controculture.
lunedì 28 giugno 2010
UN RESPIRO PRESO BENE ED È “COMING OUT”
“Coming out” di Pupa Pippia, ed. Nutrimenti, pp. 112, euro 12
Il coming out è una liberazione. Una rinascita. Un parto. Quasi sempre preceduto da depressione, malessere, voglia di sprofondare, annullamento. Poi, però, la natura è più forte e ti accompagna verso la luce. Lo gridi al mondo. Lo sussurri agli amici. Lo affermi ai genitori: “Sono gay.”
E qui, un sospiro di sollievo. Era solo una frase. Un respiro preso bene. Un attimo che ha scacciato tutta l’ombra che avevi vissuto fino ad allora. È di questo che parla Pupa Pippia nel suo libro d’esordio “Coming out” (Nutrimenti/2010), ovvero, venticinque storie per uscire dall’armadio.
Sono storie in cui è raccontato il momento fatidico del venir fuori. Ogni testimonianza ha la sua carica, le sue paure, i pregiudizi, le vergogne, i timori che precedono quell’attimo. Già perché ci vuole tanta forza per compiere quel passo. E come si legge nel testo: “Fare coming out richiede nervi d’acciaio, sangue freddo e una dose di coraggio che i marines al confronto sono femminucce delicate e fragili tutte dedite a orli, pizzi, merletti e allo scambio di informazioni utili sull’ultimo cartamodello appena uscito in edicola”.
La scrittrice fa parlare i protagonisti, lei funge da mezzo. Quello che conta sono le storie di vita che l'autrice ha assorbito durante gli anni passati dietro il bancone del pub “gay friendly” che gestiva al centro di Roma. Qui ha ascoltato tante voci, ha visto piangere occhi, ridere tante bocche. Ognuno alle prese con il proprio “demone”, prima affrontato, poi battuto. E il coming out è proprio la vittoria su questo “demone” fatto di pregiudizi, vergogne, timidezze, angosce. Non che il dichiararsi porti via tutto questo, ma è un passo avanti, è l’uscire allo scoperto, il non dover nascondersi dietro false esistenze, falsi amori. È la capacità di amarsi e accettare la propria natura, innanzitutto, poi il bisogno di comunicarlo agli altri.
Lina Rignanese
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento