lunedì 1 febbraio 2010

David Cronenberg

di Emiliano Sportelli


















Corpi mutanti, deliri mentali e morbose ossessioni è il cinema di David Cronenberg regista canadese che dagli anni ’70 fino ad oggi è riuscito a meritarsi un posto di primo piano nel panorama cinematografico mondiale.
Definito “barone del sangue” e “re dell’orrore venereo” Cronenberg ha diretto alcuni dei film più originali degli ultimi trent’anni, portando una nuova linfa nell’horror moderno. È stato uno dei maggiori interpreti di un nuovo genere cinematografico soprannominato body-horror il quale ricerca le più infime paure dell’essere umano di fronte a temi come mutazione del corpo ed infezioni della carne.

Lavori quali Rabid – Sete di sangue (1977) e Brood – La covata malefica (1979) illustrano un primo ritratto del regista intenzionato a mettere in luce l’aspetto più terribile del male spesso però figlio di uno sconsiderato progresso scientifico che, vede l’essere umano come il fautore della sua stessa morte.
Cronenberg diviene così un regista della paura intento ad esplorare confini invalicabili, porte serrate e macabri sentieri; tutto questo lo si può ritrovare in Videodrome (1983) dove il regista prende di mira il medium televisione e tutte le paure che da esso ne possono derivare; una scissione mente-corpo, un incamminarsi nei meandri della mente umana fino al punto del non ritorno. Temi questi presenti anche in Existenz (1999) una specie di gioco nel gioco dove lo spettatore rimane letteralmente “imprigionato”.

Ma è sicuramente con La mosca (1986) che Cronenberg si consacra come mentore del cinema mutante. Il film ricalca uno dei temi che più hanno caratterizzato il regista, ossia il connubio corpo-macchina che portano il protagonista Jeff Goldblum a fondersi con una mosca fino a prenderne le sembianze. In un certo senso questo lavoro vuol denunciare la troppa ambizione umana per le scoperte scientifiche, ambizione che spesso porta alla morte dell’individuo stesso.

Cronenberg ha poi firmato regie basate su alcuni lavori letterari: ricordiamo La zona morta (1983) basato sul romanzo di Stephen King, Pasto nudo (1991) e Crash (1996) entrambi tratti dalla penna di William Burroughs.
Negli ultimi anni il regista canadese ha portato sul grande schermo lavori di grande spessore come A history of violence (2005) e La promessa dell’assassino (2007) entrambi interpretati da un ottimo Viggo Mortensen. La qualità artistica di questi ultimi lavori non è certo inferiore a quelli passati, un fatto questo confermato anche dal grande successo che la critica ne ha riservato.

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