venerdì 4 giugno 2010

“Sia fatta la mia volontà”, il documentario sulla libertà di scelta


















Cos’è un funerale civile? Cosa occorre per organizzarlo? Dove viene celebrato? Esiste una ritualità laica? Questi sono gli interrogativi che l’Associazione culturale romana “Schegge di Cotone” si è posta realizzando il documentario “Sia fatta la mia volontà”. Video ideato da Emanuele di Giacomo e Ottavia Leoni e realizzato dalla stessa Leoni, con Paola Bordi ed Elisa Capo.
Il pretesto narrativo viene dato da una “nonna” arzilla e socialmente attiva, che chiede aiuto alle tre nipoti per organizzare il suo funerale laico. Le tre iniziano così un viaggio dapprima telefonico poi su strada, alla ricerca di strutture adeguate per la causa.
Quello che ne viene fuori è un Paese quasi del tutto inadeguato e preso alla sprovvista. Alcuni intervistati hanno rilasciato risposte esilaranti e al tempo stesso preoccupanti: una signora del mercato ha affermato che non esistono “funerali incivili”, il meccanico ha pensato che “civile” fosse il contrario di “militare”, un altro signore ha risposto stupefatto: “perché si può avere un funerale diverso da quello religioso?”. Ad illuminarci è invece Guido Peagno, presidente della Socrem – Società italiana per la Cremazione, che ha chiarito: “Il funerale civile è un funerale laico non religioso”.
Ottenuta una definizione, non resta che organizzarlo. È il momento di interpellare gli addetti ai lavori: le pompe funebri. Dalla ricerca telefonica che ha percorso tutta la penisola, viene fuori un Sud completamente allo scuro di tutto, che ne ignora l’esistenza dando per scontato che i funerali siano legati alla religione, qualunque essa sia. In tal senso, ad esempio, hanno affermato da Catania: “se esiste una Chiesa laica, ci sarà un funerale laico…”. Dal nord invece delle realtà già organizzate e funzionanti: la Fondazione Fabretti e la Socrem di Torino, l’associazione “La Ginestra” di Treviso, don Alessandro Santoro, un alternativo prete toscano impegnato sia nel celebrare unioni omosessuali sia a prendere parte a funerali civili.
Cosa occorre, dunque, per il rito? Innanzitutto un luogo dignitoso e un cerimoniere. Molti comuni mettono a disposizione delle “Sale del commiato” (a Roma è in uso il Tempietto egizio del Verano), dove è possibile leggere poesie, ascoltare musica, suonare o semplicemente salutare il defunto, a seconda delle richieste. Infine, la possibilità di inumare la salma o di cremarla.
Tutto il documentario ruota intorno al diritto di scelta, di libertà individuale. Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere sulla propria morte. Così come dovrebbe poter scegliere riguardo il diritto ad essere curato: poter decidere se rifiutare o meno determinati trattamenti terapeutici, poter esprimere da senziente le proprie volontà per determinare quando i trattamenti medici diventano troppo gravosi e non dignitosi. Un testamento biologico è necessario, come emerge dal video-testamento che Paolo Ravasin, completamente immobilizzato dalla Sclerosi laterale amiotrofica, ha fatto girare in web.
È in ballo la laicità dello Stato, che non è il negare la religione, ma permettere a chi non è credente di decidere in base al proprio percorso spirituale, in base alla propria coscienza, senza essere travolto dalle scelte di maggioranza. Solo in nome della propria libertà di scelta. In principio vi era il libero arbitrio…

CREDITS:

"SIA FATTA LA MIA VOLONTA'" (2010)
di Emanuele Di Giacomo e Ottavia Leoni
diretto e interpretato da Paola Bordi, Elisa Capo e Ottavia Leoni
montato da Krieath
musiche di Gabriele Ortenzi
prodotto da Schegge di Cotone

Lina Rignanese

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