domenica 28 febbraio 2010

IL VIOLA CHE INVOGLIA













di Lina Rignanese

Roma, 27 febbraio – Arrivando in piazza del Popolo, munita di cappotto viola, sul bus un giovane universitario mi chiede come mai era stato scelto proprio questo colore; io non gli ho saputo dare che una risposta personale e opinabile. Appena giunta a destinazione provo a chiedere alla gente, e dopo vari «non saprei», alla fine becco un’organizzatrice che mi spiega: «Il viola rappresenta il colore dei bambini quando si sentono limitati nel diritto di espressione». Ora è tutto chiaro!

Saremmo stati in 50 mila, nonostante le adesioni sul web fossero state 200.000, ma «non importa il numero, l’importante è esserci» dice Silvia da Roma, che alla manifestazione è arrivata con marito, figlia di tre anni e i due genitori anziani. Già, il popolo viola non ha età, o meglio ha tutte le età, e per questo che è una festa pacifica. Tante le voci, in questo caldo pomeriggio. Luigi da Olbia: «L’Italia deve svegliarsi: basta pensare all’Isola dei Famosi e al Grande Fratello»; Anna da Napoli: «L’Italia ha toccato il fondo. È ora di risalire»; Lucia e Giovanni da Roma: «siamo qui perché non ne possiamo più di Berlusconi. Ora facciamo uno sciopero della Tv»; il simpatico Alvino da Caserta fa il verso a Minzolini con il suo “Scodinzolini”. Tanto viola, in tutte le salse, dalle maglie, alle sciarpe, dalle bandiere alle parrucche, dalle scarpe agli occhiali. E tanti striscioni o cartelloni, si va da un duro “Salario minimo garantito” ad un simpatico “Più che viola cianotici”, da un cantilenante “Berlusconi delinquente non sei il nostro presidente” ad un dubbioso “Falso, corruttore e puttaniere. Davvero ce lo meritiamo?”, da un ludico “Arrestiamo l’inarrestabile” ad un serioso “La giustizia e la libertà sono la base della dignità umana. Coltiviamo l’indignazione”, da un arrabbiato “Contro Berlusconi legittima difesa”ad un salutare “Cittadini di sana e robusta Costituzione”.

Sul palco si avvicendano in tanti. Mario Monicelli, definito dallo stesso popolo viola come un “portafortuna”, sempre arzillo e presente, dice: «Deve essere spazzata via tuta la classe dirigente. Non solo in politica, ma in tutti i campi c’è corruzione e clientelismo». Paolo Flores d’Arcais, direttore di MicroMega ricorda le parole di Indro Montanelli: «L’Italia berlusconiana è la peggiore che io ho mai visto, la volgarità la bassezza di questa Italia non l’avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo». E continua, a parole sue: «Questa Italia della feccia che risale il pozzo si appresta al golpe finale con tre leggi, anzi tre nefandezze: processo breve, intercettazioni, legittimo impedimento». In maniera molto appassionata, Oliviero Beha ci ricorda che siamo una nazione di analfabeti e semianalfabeti, oltre che un paese calcistizzato e di tifosi. Importanti le questioni suscitate dal rappresentante dell’associazione Articolo 21: « L’art. 48 della Costituzione afferma che il voto deve essere libero e uguale. Ma è libero il voto del precario, del cittadino che vive in aree controllate dal sottogoverno e dalla mafia? È libero il telespettatore sottoposto ad un potere mediatico anticostituzionale e antidemocratico?». L’intellettuale Alberto Asor Rosa ragiona sulla natura della situazione italiana attuale. Provo a seguirne il filo: ad un capo corrotto corrisponde necessariamente una nazione infetta. Ed è una politica condotta in modo sbagliato a creare l’infezione, da questa, inoltre, nasce la corruzione. Bisogna, quindi «Riconquistare la politica. Bisogna affermare il principio che la politica esiste per i cittadini e non viceversa, che qualsiasi voto, che qualsiasi decisione deve essere sottoposta al controllo e alla partecipazione popolare».

Spero davvero che il prossimo passo sia d’azione politica. Il popolo viola ha dimostrato che dal basso e in maniera indipendente e apartitica si può smuovere la società civile. Ora però bisognerà passare dalle parole, necessarie, ai fatti, urgenti. Non so se sarà possibile costituirsi organo politico, ma prima o poi occorrerà farlo, poiché la classe dirigente, in ogni campo, dovrà essere destituito. Urge un vero cambiamento, prima del baratro totale. Chissà quando i tempi saranno maturi?

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