giovedì 6 maggio 2010

E' il corpo delle donne la merce più redditizia del libero mercato















di Nawal El Saadawi

Si possono separare politica e religione? Si possono separare politica ed economia, sessualità, patriarcato, schiavitù, donne, genere, storia o altro? La politica ha a che fare con le relazioni di potere in ogni aspetto della nostra vita, pubblica o privata che sia. Tutto è politica, anche i rapporti sessuali consumati nelle camere da letto: se ci sono due persone in una camera, questa è una relazione di potere. I libri sacri parlano di guerra, di relazioni di genere, di denaro, di classi sociali, di razze e di tutte le altre cose che fanno parte della nostra vita materiale e morale. La politica è un gioco basato sull’inganno. In quanto ideologia politica, anche la religione è un gioco.
In ogni religione le donne sono oppresse – da sempre Dio appartiene al genere maschile. Come ogni altra ideologia politica, il femminismo è un gioco. Qualche anno fa, mi è venuta a trovare al Cairo una femminista inglese. Stava scrivendo un libro sul femminismo musulmano in Medio Oriente. Le ho detto che non sono una femminista musulmana e che vivo in Egitto, in Nord Africa, e non in Medio Oriente.
Le ho chiesto:
– Tu dove vivi? – Vivo a Londra – ha risposto – e l’Inghilterra è il mio paese. – Dunque – le ho detto – tu vieni dal Medio Occidente. Lei ha riso, era buffo cancellare il nome Inghilterra e rimpiazzarlo con Medio Occidente, ma cancellare Egitto e sostituirlo con Medio Oriente non era affatto uno scherzo, era un fatto grave. A quel punto mi ha chiesto: – Se non sei una femminista musulmana, come ti definisci? – Per favore, prima descrivimi te stessa. – Sono una femminista cristiana. ­– Credi nella Bibbia?, le ho domandato. – Ho un’interpretazione personale della Bibbia: Eva non era una peccatrice e Cristo era una donna nera lesbica. – E allora perché ti definisci cristiana?

Lei mi ha risposto che era soltanto una questione di cultura, cioè la sua identità culturale, la sua identità di origine. Molti anni dopo, ero nella mia palestra al Cairo quando una donna velata mi ha fermato. Non l’avevo riconosciuta, ma era la femminista cristiana convertita all’islam dopo aver sposato un medico egiziano. – Ho scelto l’islam e il velo di mia spontanea volontà, sono una musulmana femminista e il velo è parte della mia identità islamica, mi ha detto. Non hai letto il mio nuovo libro sulle femministe musulmane in cui…? – No, ho risposto. – Ti avevo mandato una copia, il libro è stato incluso tra i best sellers del New York Times, è stato recensito da…, discusso in un programma della CNN e in uno della BBC e… Io credo nella libera scelta, nella diversità, nel pluralismo e nel multiculturalismo…

Lo stesso giorno, sempre in palestra, ho incontrato una giovane donna egiziana, portava un trucco pesante, postmoderno, ciglia finte, mascara, look seducente e tutto il resto… Aveva la testa coperta da un velo di seta, la parte alta della sua pancia era scoperta sopra gli stretti jeans americani. Lei è un altro tipo di donna musulmana: obbedisce al suo dio indossando il velo e compra al Mercato Libero quello che vuole. Libera Scelta. Il velo vende bene… I libri sull’islam scritti da alcune femministe musulmane sono diventati un prodotto redditizio nel mercato dell’editoria e dei grandi media.

Le copertine dei libri che mostrano donne velate attraggono i consumatori e portano più soldi. In questa giungla, io stessa sono stata usata dagli editori. Non ho mai voluto una donna velata sulle copertine dei miei libri, ma gli editori fanno quello che vogliono senza che tu lo sappia; non sono mai stata consultata sulla copertina di un mio libro prima che fosse pubblicato; gli editori hanno addirittura cambiato i titoli senza nemmeno consultarmi. Tagliavano delle parti o cambiavano l’ordine dei capitoli come volevano. Il Libero Mercato ha poteri visibili e invisibili, e questo può portarti a smettere di scrivere.

In arabo, il titolo originale del mio libro, che corrispondeva a “Il volto nascosto di Eva – Donne nel mondo arabo” è diventato, nella traduzione inglese, The hidden Face of Eve (“Il volto nascosto di Eva”). Gli editori lo hanno cambiato a mia insaputa. In Germania, l’editore del mio romanzo, che nell’originale era intitolato “Donne al punto zero”, lo ha cambiato con uno molto brutto dal punto di vista estetico: “Sputo su di te”. Vi pare questo il titolo da mettere a un libro? Ho chiesto spiegazioni all’editore e quello mi ha risposto che in Germania è un buon titolo, si vende bene; in Germania, la cultura ama i titoli aggressivi, e il libero mercato la violenza. L’editore americano del “Volto nascosto di Eva” ha tagliato la mia introduzione senza consultarmi. Quando gli ho chiesto perché, lui mi ha risposto che quello che avevo scritto era polemico.

Cioè era politico, e gli editori non vogliono assumersi rischi o perdere soldi. Gli scrittori dissidenti che si occupano di campi diversi e provengono da paesi diversi non possono entrare a far parte del main stream, non vengono mai pubblicati dalle grandi case editrici e sono sempre ignorati dai grandi media, sono tagliati fuori dal Libero Mercato. Non possono ricevere prestigiosi premi nazionali o internazionali, nessuna recensione importante, niente soldi né fama. Questa è solo una parte del prezzo che devono pagare per far sentire la loro voce. Quando capita di ascoltare qualche femminista global, ci si accorge di come sfruttano l’islam sul mercato, di come giudicano l’islam, come se fosse l’unica religione razzista, terrorista, sessista, antidemocratica e antimoderna. Come se il delitto d’onore o l’assassinio degli infedeli avesse origine nell’islam.

Non paragonano mai l’islam all’ebraismo o al cristianesimo; non collegano mai le questioni femminili alle politiche o alle economie globali. Se avessi collegato i problemi delle donne ai problemi nazionali o globali, o paragonato l’islam a un’altra religione, le mie parole sarebbero state censurate o tagliate dai grandi media molte volte. Anche nelle conferenze femministe internazionali incontro opposizione e ostilità da parte di alcune donne che si definiscono femministe ebree o cristiane. Mi ricordo di alcune che gridavano mentre stavo tenendo una conferenza a Montreal: molte di loro si alzarono e lasciarono la sala quando dissi che l’uso di coprire le donne con il velo è iniziato prima nell’ebraismo che nell’islam.

I leader del fanatismo religioso sono diventati delle star nei media globali e locali che appartengono alle multinazionali e ai governi che lavorano con la dimensione glocale. Se seguiamo la televisione, la radio o leggiamo le maggiori testate giornalistiche, come il New York Times negli Stati Uniti o Al Ahram in Egitto, è facile scoprire quante idee religiose fanatiche e retrograde vengono diffuse. Ogni settimana, sul quotidiano egiziano Al Ahram, lo scrittore Zaghlool Al Naggar scrive almeno mezza pagina per convincere la gente che tutti i fatti scientifici della nostra era moderna e postmoderna sono menzionati da Dio nel Corano – dal protoplasma all’atomo, dall’energia nucleare all’informatica, fino alle passeggiate sulla Luna. D’altra parte, sul New York Times, Ock Soo Park, pastore coreano cristiano, scrive regolarmente quasi un’intera pagina.

Nel suo articolo pubblicato sul New York Times (10 settembre 2007, pagina A27), il pastore racconta una lunga storia per persuadere i lettori che sia stata la sua preghiera a Dio (e non la scienza o i profondi scavi nel terreno) a portare l’acqua nei suoi luoghi di ritiro (sul monte Daeduk, nella Corea del Sud). Sul New York Times del 14 novembre 2007, c’è una grande immagine commentata con queste parole: «Molte centinaia di persone si sono raccolte in preghiera ieri ad Atlanta, in Georgia, fuori dal Campidoglio, per invocare la pioggia. Tra i partecipanti era presente anche il pastore Marion Croom della città di East Point, Georgia». Tutto questo mi ha ricordato i poveri contadini egiziani di due secoli fa che pregavano Dio nello stesso modo per avere la pioggia per irrigare i campi. I colonizzatori europei ridevano sarcastici di fronte a questo, ma oggi non ridono di fronte a quei pastori che pregano per la pioggia e per l’acqua.

Al contrario, pubblicano i loro articoli sui giornali e incoraggiano la loro glocalizzazione. Il fondamentalismo religioso e il neocolonialismo sono due facce della stessa medaglia e sono universali in tutte le religioni, non solo nell’islam. L’inganno del relativismo culturale La violenta opposizione contro i diritti delle donne e dei poveri è universale, e non un fenomeno particolare della regione araba o dei paesi islamici. La “Christian Coalition”1 non è soltanto contro i diritti delle donne, ma attribuisce ai movimenti di liberazione delle donne la colpa per la crisi della famiglia. Essa sostiene i cosiddetti “valori della famiglia” e la “verginità” delle ragazze prima del matrimonio.

Promuove anche i balli della purezza, in cui prevale una doppia moralità: i padri portano le loro figlie a questi Purity Balls per proteggere la loro verginità e per conservarle per il matrimonio, ma non contempla eventi che coinvolgano madri e figli maschi. I delitti d’onore sono connessi al “valore” della verginità e non riguardano soltanto la cultura araba o islamica. Il concetto di verginità è insito nell’ebraismo e nel cristianesimo. Per esempio, la Vergine Maria è la madre ideale, e le suore portano il velo. La pratica di coprire le donne con il velo in Europa era limitata tradizionalmente alle comunità ebraiche e a quelle islamiche. Oggi, è sempre più comune tra i migranti islamici che vivono in Olanda, in Francia, in Inghilterra, in Belgio e in altri paesi. In alcuni casi, la pratica di coprire le donne con il velo è accompagnata dalle mutilazioni dei genitali.

Entrambe queste pratiche sono considerate dai leader religiosi e politici di queste comunità come una parte dell’identità islamica, legittimata sotto le spoglie del cosiddetto “relativismo culturale”. Tutto questo fa parte dell’inganno e del lavaggio del cervello fatto alle donne in Egitto e in molti altri paesi. L’inganno del relativismo culturale è andato avanti per tre decenni come forma di violenza esercitata sulla mente. La “mutilazione” della mente non è meno criminale di quella genitale femminile o maschile che sia, anzi è ancora più pericolosa. È usata per mutilare il corpo e l’anima, per giustificare la violenza contro le donne e contro i poveri. C’è anche chi pensa ancora che i diritti delle donne siano un attacco diretto alla legge di Dio, ai valori morali e alle sacre scritture.

Gli scrittori dissidenti – uomini e donne – stanno combattendo contro la mutilazione della mente senza riguardo per le differenze religiose o culturali o per la sedicente Identità Autentica. Ma sono pochi, e sono torturati, imprigionati, esiliati o, nel migliore dei casi, ignorati. Le persone non comprendono il mondo capitalistico-patriarcale in cui tutti noi viviamo; sono ingannate dalla parola Democrazia; sono pronte a uccidersi in difesa di questa parola che le uccide o che, nel migliore dei casi, le spoglia dei diritti umani brandendo lo slogan della protezione di quegli stessi diritti. Noi viviamo in un unico mondo, non in tre, dominato da un solo sistema, il sistema del capitalismo patriarcale militare violento. Ogni super potenza a questo mondo può uccidere e spogliare la gente delle sue risorse naturali accampando scuse diverse: dalla “protezione” nelle prime guerre coloniali, alla democrazia e alla liberazione delle donne nel nostro XXI secolo postmoderno.

Il cosiddetto Libero Mercato non è altro che la libertà dei potenti di sfruttare i più deboli; il Libero Mercato non ha religione, non ha Dio se non il profitto, aumentandolo con ogni mezzo, inclusa la guerra militare e la guerra contro la mente condotta dai media, dai sistemi scolastici, dalla cultura e dalla religione. Sono questi gli strumenti e i servitori obbedienti del sistema capitalistico-patriarcale e del suo Libero Mercato. La principale fonte di profitto del Libero Mercato proviene dalla vendita delle armi: armi che uccidono individui o sterminano intere nazioni, armi di distruzione di massa, armi nucleari, armi chimiche e altri strumenti di morte postmoderni. Il maggiore profitto del Libero Mercato viene dal corpo delle donne; coperto o scoperto, nudo o velato aumenta il profitto: cosmetici e make up, pubblicità e commercio intorno al corpo delle donne servono solo a soddisfare i bisogni sessuali dei patriarchi.

L’occhio, lo sguardo del Libero Mercato è principalmente sulle donne, come anche lo sguardo dei fondamentalisti religiosi maschi. Se non ci fossero più guerre né donne, crollerebbero entrambi: il Dio del libero mercato e il Dio dei gruppi religiosi fondamentalisti. Sono infatti gemelli, due facce della stessa medaglia, sono l’uno al servizio dell’altro, a dispetto delle false differenze o dei conflitti temporanei che scoppiano quando i loro interessi economici collidono. Per mantenere vivo e vegeto il Libero Mercato, le guerre militari devono essere fatte comunque, meglio se in nome di qualcosa. E il nome di Dio è in assoluto il migliore da usare – o il suo Verbo. Nel nome della Sua Terra Promessa del Vecchio Testamento, quanti milioni di persone sono state uccise in Palestina fino a oggi? Il Libero Mercato produce armi di distruzione di massa per sradicare armi di distruzione di massa. Questo non è un scherzo. È la realtà del Libero Mercato.

La guerra principale, quella in Iraq, è esplosa in questo XXI secolo uccidendo migliaia di persone ogni anno fino ad oggi sotto il segno di una grande menzogna: armi di distruzione di massa in Iraq. Nemmeno una parola sul Petrolio in Iraq... La guerra in Afghanistan negli anni Ottanta del secolo scorso è esplosa sotto il segno di un’altra grande menzogna: combattere gli infedeli, i non credenti, i comunisti dell’Unione Sovietica – una guerra tra dio e il demonio per amore del libero mercato. Ho conosciuto alcuni giovani egiziani che combattevano in Afghanistan e durante le vacanze andavano a trovare le loro famiglie al Cairo. Molti di loro erano laureati, senza lavoro, senza speranza tranne quella di morire in una guerra santa e andare in paradiso come martiri. Le autorità egiziane, alleate con quelle americane, incoraggiavano questi giovani disoccupati a uccidere gli infedeli. Sono stati reclutati migliaia di giovani.

Improvvisamente, le strade del Cairo si sono riempite di giovanotti che avevano un’aria molto mascolina e un aspetto ferocemente militare, nonché una fitta barba nera che gli copriva la faccia. A ruota hanno fatto la loro comparsa per le strade le donne velate, sole o accompagnate da questi barbuti. Non solo: la sede dell’ordine dei medici di via Kasr El Ainy al Cairo è stato invasa da giovani dottori che indossavano la galabeya, con la barba, il rosario in una mano e il Corano nell’altra. Mi ricordo che un giorno, mi fu impedito di entrare nella sala principale dell’ordine. Avrei dovuto partecipare a un convegno, essendo io un medico, ma i barbuti alla porta mi ordinarono di andare sul ballatoio con le altre donne che dovevano sedere lontano dagli uomini. Dopo un’ accesa discussione, mi sono fatta strada tra i barbuti nella sala principale.

Mi sono alzata in piedi e ho dichiarato il mio dissenso per essere stata privata della mia professione di medico ed essere stata considerata come una femmina che deve coprire il suo volto scandaloso, mi sono opposta al trasferimento dell’ordine dei medici dentro un’associazione islamica e ho protestato perché invece di parlare di problemi medici si discuteva di mandare nuove reclute a combattere una guerra di religione in Afghanistan o in Bosnia o chissà dove. Vedevo le dottoresse velate recluse lassù, qualcuna di loro aveva tutto il volto coperto tranne gli occhi, o uno solo di essi. L’islam è stato usato per combattere il comunismo e, ora, dopo il crollo del comunismo, l’islam è diventato il nuovo nemico. Il sistema capitalistico-patriarcale non può vivere senza un nemico, come dio non può vivere senza satana o il diavolo.

Traduzione di Nicoletta Di Placido © per l’edizione italiana, Lettera Internazionale 2010 1) “Christian Coalition” è un movimento politico fondato nel 1989 dal Pastore Pat Robertson per dare una svolta cristiana alla politica negli Stati Uniti d’America.



http://www.unita.it/news/culture/98293/il_corpo_delle_donne_la_merce_pi_redditizia_del_libero_mercato

2 commenti:

  1. Libro importante, da leggere e da regalare. Contiene verità sacrosante, ancora spudoratamente inaccettabili. L'umanità progredirà solo in rapporto all'emancipazione della sua componente femminile.

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  2. concordo, 'anonimo'. qualcuno ha detto: "quando le donne sapranno fare a meno degli uomini, il mondo sarà pronto a cambiare."

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