sabato 17 aprile 2010

Lenore

di Emiliano Sportelli

Immaginate una bambina intraprendente e spensierata, uno sguardo che a volte vi mette paura ma che cela una profonda simpatia, una bambina che ha tutto da imparare nonostante sappia già come comportarsi. Non pensate alla “solita” bimba che mano nella mano con la sua amichetta vedete entrare a scuola la mattina, non pensate ad una piccola con i boccoli d’oro che passa i pomeriggi a pettinare la sua bambolina preferita, niente di tutto questo; anche perché, ho dimenticato di dirvi che, rispetto a tutte le altre bambine la nostra Lenore è morta.

Lenore è la protagonista del fumetto indipendente più venduto negli Stati Uniti, il suo autore Roman Dirge è riuscito a tirar fuori dal cilindro un personaggio forse prima mai visto; l’idea di consegnare la scena delle sue storie ad una piccoletta è stato forse il punto focale del successo che si è meritato oltre oceano.


Uscito nel nostro Paese nel 2007 per la Elliot Edizioni in due raccolte: “Piccole ossa” e “Piccole ossa crescono”; l’autore con il personaggio Lenore riesce ad amalgamare i futili problemi di una bambina, con la sua passione per il macabro e l’assurdo. Il mondo di Lenore viaggia così inesorabilmente tra pensieri perversi ed infantili, dove l’universo degli adulti non può arrivare forse perché troppo preciso e stereotipato per riuscire a cogliere la dolcezza della fanciullezza in una bambina morta di solo otto anni.

Il suo successo è stato colto anche da importanti nomi del cinema gotico: in prima fila Tim Burton che avendo visto gli schizzi di Dirge lo ha spronato nel portare avanti con decisione la sua idea; lo stesso Clive Barker – regista di Hellraiser – ha scherzosamente affermato “Lenore è più divertente di un carro funebre guidato da pagliacci” e a mio modo di vedere tutta l’anima del fumetto può essere espressa con questa frase.

Roman Dirge ci consegna così un lavoro che fa sorridere, ma che al tempo stesso riesce ad infonderci una piccola vena di tristezza, visto che in tutti noi c’è sempre un’ombra scura che in questo caso appare sottoforma di una bimba morta.

Nessun commento:

Posta un commento