lunedì 12 dicembre 2011

FAKE ORGASM - AGENDER QUEER FESTIVAL



































10 dicembre: seconda giornata di AGENDER - festival del cinema e delle arti future Queer (Nuovo Cinema L'Aquila, Roma)

'Fake Orgasm'(2010, 81') di Jo Sol con Lazlo Pearlman, Veronica Arauzo, Lydia Lunch

Diretto dal regista catalano Jo Sol. Questi aveva intenzione di girare un documentario sugli orgasmi simulati, partendo da un concorso e da lì esplorarne, attraverso interviste a gente comune e a studiosi, la dimensione politica, sociale e sessuale. Il ruolo dell’intrattenitore/conduttore era stato affidato a Lazlo Pearlman, performer, regista e teorico di grande talento, nonché “porno-terrorista” anarchico. Virgolettato che indica l’uso del corpo come arte performativa e al tempo stesso educativa per ottenere un effetto immediato e irruente, come gettare una molotov in mezzo alla gente, devastarne le menti con l’impatto della nudità transgender e metterla dinanzi alla realtà (vulnerabile, confusa, intensa e possente insieme) di ciò che è indefinito, fluido, in continuo cambiamento, non etichettabile: la rottura di tutti gli schemi preconfezionati!
Proprio la forza espressiva e la carica emotiva trasmesse da Lazlo ha portato il regista a modificare il progetto e incentrare il film sulla sua vita. E di riflesso sulla vita dello spettatore.
Raramente ho visto al cinema scene performative così intime come quelle create da Lazlo. Un corpo nudo, in realtà due, ma non solo. La logica del dualismo binario evapora dinanzi alla sorpresa e alla bellezza di un corpo più vicino all’apertura mentale enunciata dal ‘Mito di Aristofane’ nel ‘Simposio’ di Platone (V a.C.) che non alle caricaturali interpretazioni contemporanee di stampo catto-freudiano.
E nell’evaporazione vengono anche compresi quei rigidi paletti mentali e culturali che la tradizione e la società impongono alle persone, sin da bambini. Il documentario (o meglio il lavoro di ricerca espressiva di Lazlo) mirano a superare le pregiudizievoli barriere dell’educazione patriarcale ed etero-normata che portano a restringere le possibili evoluzioni personali in due sole categorie: quella del maschio e quella della femmina. Da questa netta distinzione deriverebbero tutta una gamma di comportamenti, atteggiamenti, emozioni, sentimenti e lavori, che competerebbero unicamente e riduttivamente all’uno o all’altro ruolo, senza scampo per le vie di mezzo. (Cosa c’è di più brutale, represso e innaturale di questo?!)
Dunque, una missione umanitaria, quella di Lazlo, che auspicherebbe a una rivoluzione culturale che porti le persone, se non proprio a stravolgere se stessi e ad aprirsi alle teorie Queer, quanto meno a diventare consapevoli della finzione dei ruoli (‘fake organism’ più che ‘fake orgasm’), spesso celebrati come unica identità possibile. Sarebbe un buon inizio per evolvere, non solo come individui, ma soprattutto come genere umano.

Lina Rignanese



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